Cara Camilla,
Che periodo complesso della mia vita. Sono passati due anni e mezzo dall’inizio del COVID, quell’uragano che ha spezzato l’equilibrio della mia famiglia e che mi aveva fatto credere che nulla sarebbe mai stato come prima. In un certo senso è vero, tutto è cambiato, e tanto per il peggio… ma se prima brancolavo nel buio, almeno adesso c’è speranza. Finalmente ho lasciato quel maledetto call center, mi sto buttando nel mio primo vero lavoro,
in un nuovo amore, ho provato a cimentarmi in nuove passioni (anche se mancano i soldi) e piano piano sto ingranando. La terapia va avanti e sta dando i suoi frutti, il PDST si è risolto un anno fa preciso, non sono bipolare né ciclotimica, soltanto ADHD. Dall’esterno tutti potrebbero descrivermi come persona stabile ed entusiasta per tutti i progressi che ho fatto, e allora perché non riesco a sentirmi così? Perché mi rimangono soltanto ansia, inquietudine, insoddisfazione? Tutto quello che ho non lo apprezzo, tutto quello che faccio non è mai abbastanza. Mi sento una persona da buttare, già a 24 anni.
A settembre del 2023, a 25 anni, con più mesi di lavoro e più terapia, starai meglio? Ti prego, dimmi di sì. Dimmi che andare avanti ne sarà valsa la pena. A volte sono così stanca…
Epilogue
9 months laterSì, ne è valsa la pensa.
Se non ci fossi più, avresti...
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